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Sant'Anatolia di Narco
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Sant'Anatolia
di Narco è un comune di 593 abitanti
della provincia di Perugia. |
Dove
confluiscono le vie montane che scendono
dal monte Coscerno, sorge il castello di
Sant'Anatolia di Narco ubicato sulla
sinistra orografica del fiume Nera, lungo
l'antica strada della Valnerina. Di
origine medioevale, sorge ai margini di
una terrazza fluviale, già abitata
dall'antico popolo dei Naharci, con mura
di cinta, torrioni e tre porte di accesso,
una delle quali si conserva ancora oggi in
tutta la sua superba bellezza. Dentro le
mura si può ammirare l'originale
disposizione urbanistica, con la presenza
contigua di case comuni e di palazzetti
gentilizi, divisi tra loro da vie molto
strette e serrati da archi Tra il tessuto
edilizio spicca l'ex palazzetto municipale
con portico e botteghe medioevali, che
mostra in facciata due vistosi stemmi
comunali del secolo scorso.
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Contigua
al palazzo, in un'originale piazzetta,
sorge la chiesa parrocchiale di
Sant'Anatolia, recentemente restaurata,
che conserva al suo interno una
decorazione pittorica dei secoli XIV°-XV°,
il paliotto di marmo intarsiato
dell'altare maggiore di scuola seicentesca
napoletana, il Crocifisso ligneo con le
statue della Madonna Addolorata e di San
Francesco provenienti dall'ex chiesa di
Santa Croce, alcune tele seicentesche ed
una cornice dorata di stile rococò. |
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Fuori
le mura, in prossimità della porta di
levante, sorge il Santuario della Madonna
delle Grazie, con facciata del 1575;
trattasi di un'ampliamento cinquecentesco
di un'antica edicola campestre, con
un'immagine miracolosa della Madonna
affrescata dal Maestro di Eggi. Intorno a
tale immagine il pittore spoletino
Piermatteo Gigli nel 1578 ha raffigurato
le scene della vita della Madonna;
altri affreschi più tardi sono in
due nicchioni laterali.
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Vicino
al paese sorge il complesso dell'ex
Convento francescano di Santa Croce, dei
Minori Osservanti, probabilmente risalente
al secolo XIII°, ma con rifacimenti degli
inizi del 1600. La Chiesa è stata
trasformata recentemente in Sala Campani e
dedicata ai fratelli ottici ed orologiai
romani del sec. XVII°, originari di
Castel San Felice; gli ambienti monastici,
con tracce di decorazione pittorica, sono
destinati a raccolta etnografica ed altri
ad appartamenti, ma è in corso un
progetto per il ripristino dell'intero
immobile da destinare a Museo del filato e
del tessuto in Valnerina. Dalla moderna
strada d'accesso al paese, si diparte la
vecchia via comunale per Caste San Felice,
dove c'è un interessante itinerario che
tocca un'antica fonte cinquecentesca. i
ruderi di un mulino ad acqua e la
chiesetta campestre denominata La Pia,
eretta probabilmente sul sito
dell'antica Pieve di Santa Maria di Narco;
nei pressi sgorga anche la sorgente che
alimenta il canale di adduzione del
mulino.
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da Wikipedia Ultima
modifica per la pagina: 07:01, 5 gen 2009.
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