Atlantide
e il delta del Nilo
di Luana Monte
Platone racconta dell’isola Atlantide nei suoi dialoghi Timeo e Crizia, composti intorno al 360 prima di Cristo; come egli stesso afferma, però, non è a lui che si deve attribuire la paternità di quella storia, ma al suo antenato Solone, che all’inizio del VI secolo a.C., fece un viaggio in Egitto, dove un sacerdote locale gli narrò quella vicenda.
Da quando la storia di un potente
impero marittimo, posto oltre le “Colonne d’Eracle”, che entrò in
conflitto con Atene, e poi, per un tremendo cataclisma, scomparve fra le onde
del mare, è stata scritta, gli uomini si chiedono se essa delinei una vicenda
di pura fantasia o se racchiuda un nucleo di realtà, e, in tal caso, dove
l’isola misteriosa vada cercata.
In rapporto alle conoscenze storiche e
geografiche dell’epoca, ed a quello che poteva essere il mondo di Platone (e
del suo antenato Solone) si può ritenere che l’ipotesi che riconosce in Creta
e nell’Impero minoico l’Atlantide platonica, o perlomeno la fonte
ispiratrice di quel racconto, e nell’eruzione del vulcano di Thera la causa
della sua scomparsa, sia tra le più attendibili e verosimili: moltissime sono,
infatti, le somiglianze fra quell’Impero ed Atlantide, e relazioni
commerciali fra i due popoli sono archeologicamente documentate.
Secondo i documenti in nostro possesso, quando Solone nel 590 a.C. si recò a Sais, il sacerdote egizio non poteva conoscere la denominazione “Colonne d’Eracle”, espressione usata per la prima volta in Grecia, da Pindaro, nella III Olimpica, nel 476 a.C., oltre un secolo dopo.
Platone, introducendo per la
prima volta nel Timeo l’isola
Atlantide, precisa che essa si trovava di fronte ad un luogo legato al nome di
Eracle, e, per designare la natura di questo posto, usa
esattamente lo stesso termine adoperato dagli scrittori antichi a
proposito delle foci del Nilo. E’ probabile allora che
il sacerdote di Sais, raccontando
le vicende di Atlantide, non alludesse
alle “Colonne d’Eracle”, per lui
sconosciute, ma alla città di Herakleion, con il suo famoso tempio di Eracle,
che sorgeva a quel tempo presso la foce più occidentale del Nilo. Egli avrà
quindi detto a Solone che ad ovest della foce più occidentale del Nilo, “di
fronte alla bocca eracleotica”, al di la del
porto di Herakleion, c’era
la grande isola Atlantide (Creta), da cui si passava ad altre isole (le Cicladi
), e quindi al continente che si trovava dalla parte opposta (le coste della
Grecia).
Poi, questa terra, a causa dell’eruzione del vulcano di Thera, fu sommersa dalle onde : gli Egizi registrarono tempestivamente l’accaduto, ma forse, in modo approssimativo ed incompleto. Dopo la fondazione di Alessandria, Herakleion perse, man mano, sempre più importanza, finchè, intorno al VII secolo d. C., non sprofondò sotto il mare.
I Greci chiamavano “ Herakleion” qualsiasi santuario dedicato ad Eracle: è quindi facile che gli antichi, sentendo la storia di una isola favolosa ad occidente, legata ad Eracle, abbiano scambiato la città egizia di Herakleion o il suo santuario, con l’Herakleion di Gadir, il famosissimo tempio di Eracle di Cadice, presso Gibilterra: così Atlantide lasciò il Mediterraneo per entrare nel mito.